Appunti da motivational inteviewing

Introduzione:

Ho conosciuto Stephen Rollnick al corso Motivational Inteviwing tenutosi a Brescia nel Luglio 2019. Ho deciso di frequentare questo corso per ampliare le mie conoscenze nel ramo della motivazione del paziente.  L’assunto di base è che come fisioterapisti non abbiamo all’interno del nostro background tecniche efficaci per il cambiamento dei comportamenti. Si lavora in ambito riabilitativo per cambiare postura, stile di vita, proporre esercizi per modificare lo stato della persona e per questo ritengo che tutti noi siamo agenti di cambiamento. Il problema è che  nessuno ci ha formato in questo senso. La comunicazione ha bisogno quindi di strumenti tecnici per poter lavorare sui cambiamenti dei comportamenti, uno di questi strumenti è il Motivational Interviewing. Questa tecnica nasce per trattare le dipendenze e, in un certo senso, un determinato stile di vita, può essere definito come un’abitudine, una sorta di dipendenza.

Che cos’è il Motivational Interviewing? E’ un approccio di comunicazione che si basa sulla partnership collaborativa, volta a creare un’atmosfera di collaborazione tra operatore e paziente. L’operatore cerca di evocare una risposta nel paziente e questo approccio stimola l’autonomia dello stesso. Un aspetto molto importante e rilevante di questo approccio si basa sul fatto che è il paziente che da un suggerimento a se stesso in risposta a delle particolari affermazioni fatte dall’operatore (ascolto riflessivo). Come già detto la Motivational Inteviewing nasce per trattare le dipendenze e, in un certo senso, il nostro paziente è legato, quindi dipendente, ad un certo stile di vita. Il nostro compito, pertanto, è di aiutarlo a modificare questo stile e renderlo proattivo, cambiare le sue copy strategies da negative a positive.

4 principi guida del colloquio motivazionale (R.U.L.E.)

  • Resistance (resistenza) al cambiamento. Quando si chiede un cambiamento, il paziente necessariamente vuole difendere la sua posizione (righting reflex=riflesso di alla correzione). Questo può essere alla base del nostro insuccesso. Se ad esempio ad un paziente può essere utile un solo esercizio specifico, assegnarlo corrisponde a “utilizzare male” l’unica possibilità disponibile. Diverso è invece evocare nel paziente la necessità del fare esercizio. Deve essere lui a dire che deve fare gli esercizi e non noi a suggerirlo.
  • Understanding comprendere le motivazioni per cui, quello specifico paziente, vuole cambiare. La motivazione è la leva in termini emozionali ed energetici che produrrà quel cambiamento. Far dire al paziente quali sono i vantaggi di quello specifico cambiamento può essere una grande opportunità che opera a livello motivazionale.
  • Listening (ascolto) prestare molta attenzione a ciò che dice il nostro interlocutore (ascolto riflessivo) e fare delle affermazioni (componente riflessiva dell’ascolto) che ripetano ciò che il paziente ha detto. Ciò consente al paziente di ragionare diversamente sulle sue affermazioni e produrre quindi risposte differenti.
  • Empowermentesplorare in che modo quel cambiamento potrà fare la differenza.

Le persone sono generalmente persuase meglio dalle ragioni scoperte da loro stesse (Pascale 700)

Quando una persona, un paziente, scopre qualcosa autonomamente, questo lo persuade in maniera più importante rispetto alla scoperta derivata da un suggerimento esterno. Tutto ciò che è frutto di un proprio ragionamento, di un proprio percorso cognitivo o pensiero personale, è tenuto molto più in considerazione proprio perché legato alla propria esperienza di vita.

Per questo motivo, il cambiamento, non è qualcosa che dobbiamo suggerire, l’esercizio non è quella cosa che dobbiamo indicare noi al paziente, è qualcosa che deve venire da lui. Dobbiamo essere dei facilitatori ed aiutare il paziente a capire che quella è la strategia giusta per cambiare e per avere una vita migliore.

Le competenze della Motivational Inteviewing

La competenza fondamentale per la Motivational Interviewing è l’ascolto riflessivo. Quando il paziente parla, l’operatore fa ascolto fiflessivo, ripetendo una parte delle cose che lui stesso ha detto. La ripetizione di una parte soltanto permette al paziente di ascoltare ciò che lui ha detto ma come se lo dicesse qualcun altro (in PNL cambio di posizione percettiva). Il processo di pensiero è differente perché è come se lo stessi interrogando sul suo stesso pensiero. 

 Ascoltando il suo pensiero, lo stesso paziente vorrà ulteriormente argomentare e discutere e far capire meglio la sua situazione per trovare in prima persona la soluzione di un problema che gli stai ponendo, che poi è il suo. L’operatore funziona come cassa di risonanza, fa risuonare il pensiero del paziente. Se il paziente trova la soluzione da solo non si troverà di fronte alla resistenza.Le persone sono generalmente persuase meglio dalle ragioni scoperte da loro stesse (Pascale 700)

Quando una persona, un paziente, scopre qualcosa autonomamente, questo lo persuade in maniera più importante rispetto alla scoperta derivata da un suggerimento esterno. Tutto ciò che è frutto di un proprio ragionamento, di un proprio percorso cognitivo o pensiero personale, è tenuto molto più in considerazione proprio perché legato alla propria esperienza di vita.

Per questo motivo, il cambiamento, non è qualcosa che dobbiamo suggerire, l’esercizio non è quella cosa che dobbiamo indicare noi al paziente, è qualcosa che deve venire da lui. Dobbiamo essere dei facilitatori ed aiutare il paziente a capire che quella è la strategia giusta per cambiare e per avere una vita migliore.

Come funziona l’ascolto riflessivo? (in PNL ricalco)

  • Ripetere parole che possono metterci in connessione con il paziente. Ripetere in particolare le parti del discorso che hanno una importante componente emotiva. CONNETTERE
  • Ripetere parole che indicano un cambiamento. Ad esempio frasi che cominciano con voglio, mi piacerebbe.

“Voglio liberarmi di questo problema”

“Mi piacerebbe tornare a giocare a tennis”

FOCALIZZARE

  • Se c’è una buona motivazione, una buona convinzione, è bene ripeterla EVOCARE (benzina del cambiamento)
  • PIANIFICARE il come poter cambiare

In un certo senso, in PNL, si direbbe spostare il paziente via dal dolore verso il piacere. Un cambiamento si mantiene quando lo associo ad un” via da” e ad un “verso” (propulsion system), da installare sempre nei nostri pazienti per permettere ad un cambiamento di durare nel tempo.

Dopo la ripetizione delle parti interessanti, faccio una pausa, senza aver paura del silenzio, e do modo al paziente di parlare. Il cambio di comportamento non arriva dall’operatore ma arriva così dal paziente stesso.

Per quanto riguarda la pratica clinica è bene iniziare sempre con domande aperte. Questo comunica al paziente che siamo interessati al suo vissuto, dai la possibilità al paziente di dire ciò che pensa rispetto al suo problema. Dopo aver ascoltato la risposta alla domanda aperta allora comincio a fare ascolto riflessivo (CONNETTERE; FOCALIZZARE; EVOCARE; PIANIFICARE).

Quando poi si va a fare il riassunto (recap) al paziente, si deve parlargli un po’ del suo problema, per dimostrare che abbiamo ascoltato e abbiamo compreso, e porre enfasi su quelli che sono i punti di forza emersi per metterlo in condizione di cambiare, mettendo ancora più enfasi sul cambiamento che si vuole ottenere.

Motivational Inteviewing, per riassumere, è uno strumento che si può utilizzare in ambito fisioterapico. Definito come approccio collaborativo che si instaura con il paziente, con l’obiettivo di evocare risposte dentro di lui e permettergli il cambiamento. Si basa su 4 principi (R-resistenza; U-comprensione; L- ascolto riflessivo; E-empowerment). L’ascolto riflessivo è la componente fondamentale di questo strumento (connettere, focalizzare, evocare, pianificare). Le domande aperte sono utili per cominciare il colloquio; durante il recap porre enfasi sui punti di forza e sul cambiamento che si vuole ottenere. Reputo questi strumenti utili e per questo ne parlo anche nei corsi del percorso didattico della scuola FisioCoaching.

Questo articolo è stato scritto con la preziosa collaborazione di Daniela Boetti, Fisioterapista, Assistant Team FisioCoaching School e costituisce degli appunti personali sull’esperienza fatta.